Quarto di tono
La scala usata nel blues non è una banale pentatonica, in virtù del fatto che impiega anche gli intervalli di un quarto di tono, elementi espressivi rilevanti, retaggio della scala pentatonica africana.
Nella nostra cultura occidentale il quarto di tono è scomparso da circa due millenni, nonostante la sua importanza espressiva.
Il nostro sistema musicale ha avuto origine da quello degli antichi Greci, i quali avevano tre generi musicali: il diatonico, il cromatico e l’enarmonico. Quest’ultimo prevedeva anche intervalli di quarto di tono ed era ritenuto anche il più interessante da Aristotele.
L’evoluzione della musica ha portato alla polifonia e all’armonia, dove le note si sovrappongono e i quarti di tono stonano; inoltre la costruzione degli strumenti a tastiera, come l’organo, aveva già grossi problemi per la gestione dei bemolli e diesis, risolti solo alla fine del ‘600 con l’invenzione della scala temperata.
Il valore del quarto di tono, come elemento universale dell’espressione umana, è dimostrato dal suo impiego in tutte le antiche civiltà (Egizi, Etruschi, Greci, Cinesi, Indiani, ecc.) e nelle musiche etniche attuali.
È stato impiegato, a mio avviso con scarsa spontaneità, anche nella musica colta del ‘900, nella quale sono stati sperimentati anche altri intervalli microtonali (terzi e sesti di tono).
Nel canto e con strumenti che ne hanno la possibilità, in linea di massima, devono essere intonate un quarto di tono sopra quando si appoggiano ad un’altra nota (un obbligo se scendono di un grado alla tonica o alla dominante), ma quando sono risolutive (ultima nota di un inciso) non devono essere alterate.
Nell’esecuzione di queste note è molto importante rispettare, oltre alla corretta intonazione, il tempo di portamento: per circa due terzi della durata della nota l’intonazione deve rimanere invariata, nell’ultimo terzo si deve portare al quarto di tono sopra; il tono naturale funge d’appoggiatura.
La realizzazione del quarto di tono, con gli strumenti ad intonazione fissa, come il pianoforte, si ottiene suonando la nota naturale come acciaccatura che risolve al semitono sopra. Quest’espediente, nonostante sia un palliativo, è efficace più che altro per la ritmica che genera, per questo è sfruttato anche con la chitarra.
Le blue note
La stragrade maggioranza dei teorici non hanno capito che le blue note hanno a che fare col quarto di tono. Certi le definiscono come terze minori su un accordo maggiore; per Wikipedia sono considerate come terze maggiori e settime minori “leggermente” calanti. Oggi tutti ignorano l’esistenza dei quarti di tono del vecchio blues e del vecchio jazz. Il degrado dell’informazione…
Curiosità
La vera scala pentatonica si chiama così perché ogni nota può essere la tonica, di conseguenza ha cinque modi. Partendo da ogni grado diverso della scala abbiamo un modo diveso e quindi, sesazioni diverse. È utilizzata da tutte le musiche etniche antiche e odierne (cinesi, nativi americani, ecc.), ma non prevedono i quarti di tono. Nel blues non si usano i cinque modi, quindi non ci sono le cinque toniche: sarebbe più corretto chiamarla pentafonica (cinque suoni).
Esempi audio
Due note senza il quarto di tono | |
Le stesse note con l’acciaccatura e il quarto di tono | |
Le stesse con la tecnica delle tastiere | |
Due incisi con la tecnica delle tastiere | |
Gli stessi con i quarti di tono | |